domenica 29 aprile 2018

Le mani







Quando le tue mani muovono,
amore, verso le mie,
cosa mi portano in volo?
Perché si sono fermate
sulla mia bocca, all’improvviso,
perché le riconosco
come se una volta, prima,
le avessi toccate,
come se prima di esistere
avessero già percorso
la mia fronte, la mia cintura?
La loro morbidezza giungeva
volando sul tempo,
sul mare, sul fumo,
sulla primavera,
e quando tu hai posato
le tue mani sul mio petto,
ho riconosciuto quelle ali
di colomba dorata,
ho riconosciuto quella creta
e quel colore di grano.
Per tutti gli anni della mia vita
ho vagato cercandole.
Ho salito scale,
ho attraversato scogliere,
mi hanno trascinato via treni,
le acque mi hanno riportato,
e nella pelle dell’uva
mi è sembrato di toccarti.
Il legno di colpo
mi ha portato il tuo contatto,
la mandorla mi annunciava
la tua morbidezza segreta,
finché si sono strette
le tue mani sul mio petto
e lì come due ali
hanno concluso il loro viaggio.

Pablo Neruda







Queste tue mani a difesa di te:
mi fanno sera sul viso.
Quando lente le schiudi, là davanti
la città è quell’arco di fuoco.
Sul sonno futuro
saranno persiane rigate di sole
e avrò perso per sempre
quel sapore di terra e di vento
quando le riprenderai.
Vittorio Sereni






Tienimi per mano al tramonto,
quando la luce del giorno si spegne e l’oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle…
Tienila stretta quando non riesco a viverlo questo mondo imperfetto…
Tienimi per mano…
portami dove il tempo non esiste…
Tienila stretta nel difficile vivere.
Tienimi per mano…
nei giorni in cui mi sento disorientato…
cantami la canzone delle stelle dolce cantilena di voci respirate…
Tienimi la mano,
e stringila forte prima che l’insolente fato possa portarmi via da te…
Tienimi per mano e non lasciarmi andare…
mai…

Herman Hesse






















venerdì 27 aprile 2018

Attacchi di nostalgia...

Nello scorso mese di febbraio questo blog ha compiuto sei anni. Il perché della sua nascita sta scritto nella sua stessa "ragione sociale": voleva essere, ed è stato, un omaggio all'illustratrice Mariapia Franzoni e a tutti quegli illustratori di libri per bambini che hanno allietato la nostra infanzia tra la fine degli anni '40 e i primi anni '50 o giù di lì.
 
I mercatini dell'usato, la vendita di vecchi libri on line e la collaborazione di tante persone che condividevano i nostri stessi interessi, ci hanno consentito negli anni di raccogliere e pubblicare nel blog una grande quantità di materiale; ora, tramite facebook, i contatti e i contributi sull'argomento sono ulteriormente aumentati.
 
Come indicato nella barra di presentazione, il nostro blog si proponeva di essere anche contenitore di tanti altri argomenti e interessi, e così è stato; solo che nel tempo, quasi inevitabilmente, questi ultimi sono diventati prevalenti rispetto a un tema che, proprio per la sua stessa specificità, era destinato a ridursi, almeno su queste pagine.
 
Forse per questo qualche giorno fa, quando mi sono ritrovata tra le mani dei vecchi libricini un po' sgangherati, ho avuto un attacco di nostalgia, non solo per quell'infanzia ormai lontanissima, ma anche per l'infanzia di questo blog, quando sembrava che ci fossero tanti libri, tante storie, tante immagini da scoprire.
 
Quell'attacco di nostalgia  è stato comunque benefico, perché in qualche modo mi ha indotto a riguardare con curiosità cose che davo per scontate e che invece...

I libricini che hanno riacceso il mio interesse appartengono ad una collana pubblicata nei primi anni '50 dalla casa editrice B.E.A. di Milano, collana alla quale era stato dato il nome di Piccolo Nido. 
 
 





I 6 titoli indicati sul retro di ciascun libro sono : Piccolo Nido, Imparate con me, Contate con me, Allegro girotondo, Muci l'amico dei topi e La notte di Natale.

Sono quasi certa di aver posseduto più d'uno di questi libri quand'ero bambina, ma il solo originale sopravvissuto è questo: 
 

 
 
 
 



Qualche giorno fa ne ho postato alcune pagine su facebook che gli appassionati del genere hanno gradito


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Il libro è ahimè alquanto malconcio, soprattutto perché anni fa l'ho lasciato per qualche tempo nelle mani di una nipotina che si è divertita a scarabocchiarlo...; forse, sempre a lei, è possibile che abbia affidato gli altri libricini della serie, che presumibilmente hanno fatta una fine ben peggiore...

Oggi comunque, grazie alla frequentazione degli amanti dei libri per l'infanzia del passato, ho recuperato  Imparate con me e Allegro Girotondo.













 
 
 
 
 
 
 
 
 


















mentre credo che Dindi abbia La notte di Natale.





I libri di questa piccola collana hanno molte cose in comune:
innanzi tutto i testi sono opera di Jolanda Colombini Monti, così come nella retro copertina di ciascuno di essi  sta scritto che le illustrazioni sono fatte da ROBERTO SGRILLI, Rose Noel, Luciano Dinelli.
Il primo - non a caso il suo nome appare in caratteri maiuscoli - è stato un artista abbastanza noto all'epoca, soprattutto per una illustrazione del libro di Pinocchio, e appone sempre la firma sulle sue tavole; degli altri due illustratori si sa invece poco o niente, salvo un paio di firme lasciate da Rose Noel.

Oltre che autore e illustratori, questi libri hanno molte tavole in comune, cosa che balza all'occhio se possiedi l'intera collana...e in questo gioco al risparmio, la casa editrice non fa una gran bella figura....

Altra curiosità: la prima pagina interna di ciascun libro riprende il titolo di copertina con una diversa illustrazione : 
 
 
 
 
 

 
ma guardate un po' cosa c'è nella pagina interna di Contate con me ?
 
 
 
 
Errore di impaginazione o  i libri della collana sono 5 e non 6 ? Certo all'epoca  i piccoli lettori non si ponevano questi interrogativi...
 
E veniamo a Muci, l'amico dei topi.






Non ho trovato questo libro nell'edizione della collana "Piccolo Nido", ma in un'altra, decisamente più corposa, sempre della B.E.A., "Grande Parata delle Fiabe".



Sia le dimensioni del  libro, così come il numero delle pubblicazioni elencate, sono aumentate. Del resto pare che siano aumentati anche gli uccellini che occupano ora il nido...


 


 
 
 Iolanda Colombini Monti racconta in più pagine le avventure di questo simpatico gattino





mentre le illustrazioni sono opera di Sgrilli.


Nella seconda parte del libro però tornano alcune tavole già presenti nelle pagine della collezione precedente : 
 






Valutando a posteriori, e con occhi da adulto, le strategie commerciali della casa editrice è inevitabile notare l'applicazione del principio "poca spesa, tanta resa", ma è anche vero che i bambini di allora sapevano godere di ciò che avevano senza troppi calcoli...e allora cerchiamo di imitarli.











 

mercoledì 25 aprile 2018

Le donne guerriere

da wikipedia:

Quello della giovane donna guerriera è un'immagine archetipica raffigurante un personaggio femminile, spesso di sangue reale, con un carattere forte e coraggioso; qualità che, secondo la concezione comune, appartengono tipicamente al genere maschile, il che mette la donna guerriera allo stesso livello degli uomini più valorosi. È la rappresentazione antitetica della damigella in pericolo.
Secondo la tradizione letteraria medioevale della fanciulla o "vergine guerriera" questa appartiene ad una famiglia reale, o quantomeno dell'alta nobiltà, la quale assume provvisoriamente una funzione maschile di comando; requisito indispensabile perché possa essere accettata in questo ruolo è il rispetto della sua condizione di verginità: perdendo l'innocenza sessuale verrebbe privata del carisma necessario al comando diventando di colpo una donna come tutte le altre.....




Vi sono varie ipotesi a riguardo della formazione e sviluppo d'una tale figura, con diverse teorie circa la sua origine e l'importanza che questo concetto poteva avere. Si avanza l'idea che la società arcaica, dominata ancora dai culti rituali inneggianti alla Natura erano ancora essenzialmente matriarcali, potevano quindi creare modelli costituiti da personaggi femminili forti; la magia naturale e il paganesimo delle origini si sarebbe ad esempio riflettuto nelle immagini mitologiche delle Valchirie, le nove donne guerriere della mitologia norrena.




Un'indagine comparata sui miti arcaici d'Oriente ed Occidente divide i personaggi mitologici femminili in due categorie, da una parte la vergine guerriera e dall'altra la fanciulla destinata a diventare una brava moglie e madre; la prima categoria è costituita dalle ragazze che si trovano in una fascia d'età per lo più adolescenziale e che pertanto possono essere ancora per un tempo limitato assimilate al mondo e alla realtà dei giovani maschi, godendo di una relativa libertà sessuale associata al combattimento e all'esercizio nelle arti marziali o in alternativa in quelle intellettuali (Ganika nel mondo indo-ariano e la figura dell'Etera in quello greco).





L'incarnazione mitologica di tali gruppi sociali è rivelata anche dalle Apsaras induiste, dalle sorelle irlandesi Morrigan e così via.
In certi casi possono giungere fino al punto di morire sul campo di battaglia; secondo questa versione l'immagine della fanciulla guerriera si trasforma nel ricordo in esempio che accompagna i soldati in guerra. Nella letteratura mondiale, ma soprattutto europea, vi è una chiara linea di successione tra le donne guerriere: gli antichi miti greci riguardanti le Amazzoni penetrano nel mondo medioevale per giungere fino al romanticismo e risorgere in nuove forme più moderne nel XX secolo... 




Vi è un ramo separato del mito, ma degno di nota in quanto costituito da una certa originalità: le saghe riguardanti fanciulle guerriere sono una caratteristica distintiva della letteratura islandese: se in altre tradizioni letterarie si verifica sporadicamente l'apparizione di immagini femminili dominanti, nell'antica letteraria d'Islanda vi è un particolare tipo di genere di saghe cavalleresche. Storie basate su sovrane autocratiche che rifiutano in toto l'idea del matrimonio e quindi della sottomissione ad un uomo in quanto ciò minaccerebbe la solidità del regno, indebolirebbe il loro potere provocando una perdita di status sociale.
Nelle saghe cavalleresche per le eroine di queste storie vi è una designazione speciale, esse vengono difatti chiamate "meykongr" ovvero grande signore/sovrano ed esse stesse si definiscono sempre re-kongr e mai regine-drottning. 

L'elenco di esempi sia storici, che mitologici è vastissimo. Io riporto da:https://www.focus.it/cultura/storia/le-donne-guerriere-piu-famose-della-storia l'articolo che segue e che sta a dimostrare che il "sesso debole", poi così debole non è e non è mai stato.



Le donne guerriere più famose della Storia

I reparti regolari femminili al fronte apparvero solo nel ‘900. Ma nei secoli precedenti non sono mancati esempi di guerriere e condottiere molto valorose.  Ecco le più famose.


battaglioni-della-morte



I primi reparti militari formati da sole donne, in Europa, sono nati nel Novecento. Uno dei primi fu istituito in Russia durante la prima guerra mondiale (1917): erano i battaglioni femminili della morte - nella foto - ed erano composti da donne che si offrivano volontarie per combattere in prima linea. Però nei secoli precedenti non sono mancati casi di condottiere scese sui campi di battaglia per difendere il loro popolo. E se quello delle donne amazzoni è un mito, alimentato probabilmente da alcune guerriere scite che combattevano a cavallo, sono tutt’altro che leggendarie le storie di donne e regine che hanno davvero impugnato le armi in nome di un’ideale o per difendere i confini del proprio territorio. Ecco alcune delle guerriere più famose della Storia.






L’amica dei Persiani. Artemisia (VI-V secolo a.C.) fu sovrana di Alicarnasso, un piccolo centro in Asia Minore. Durante la seconda guerra persiana si schierò contro i Greci al fianco dell'Impero persiano. Secondo Erodoto (484-430 a.C.), anche lui di Alicarnasso, la regina partecipò alla battaglia di Salamina (480 a.C.) e, quando la situazione volse a sfavore dei Persiani, capendo che non c’era più margine di vittoria, si mise in salvo grazie a un originale stratagemma: ordinò ai marinai di sostituire le insegne con altri contrassegni che riproducevano i colori e i simboli della flotta greca. A battaglia conclusa, continuò a interessarsi alle sorti della guerra. Il re dei re Serse la consultò più volte e la ricompensò anche con una armatura greca.

tomiride


La vendicatrice. Tomiri (VI secolo a.C.), regina dei Massageti, è diventata famosa per aver sconfitto e ucciso l'imperatore persiano Ciro il Grande (530 a.C.) quando questi invase il suo paese per conquistarlo. Il suo spirito truce è diventato leggendario: per vendicare la morte del figlio ucciso da Ciro in un combattimento, prima assassinò l’imperatore persiano, poi gli immerse la testa in un otre di sangue. Infine lo decapitò e lo oltraggiò. Secondo alcuni resoconti tenne la testa del sovrano con sé tutta la vita, usandola come coppa per bere il vino.

boudicca



La più feroce anti romana. Budicca (33-60 ca.d.C.) era la regina della tribù degli Iceni (Inghilterra orientale). Negli anni in cui i Romani erano impegnati nella conquista della Britannia (43-84 d.C.) guidò la più grande rivolta delle tribù dell'isola contro di loro. Dione Cassio (II secolo) la descrive come una donna con “gli occhi feroci e la voce aspra”. In realtà sembra fosse molto alta e molto bella. Di origine nobile, a 7 anni andò a vivere in un’altra famiglia dove apprese le tradizioni celtiche, sposando poi il re della potente tribù degli Iceni. Alla morte del marito, i Romani occuparono il loro regno, umiliandola pubblicamente. Nel 60 d.C. guidò una rivolta antiromana che culminò nella battaglia di Watling Street. Costretta ad arrendersi si tolse la vita.


zenobia-palmira



La regina di Palmira. Zenobia (III secolo d.C.) regina del regno di Palmira (sì, roprio la città distrutta dall'ISIS) fu una sovrana fieramente anti romana. Il suo regno al momento della massima espansione andava dalla Siria ai confini dell’Egitto. La regina puntava però ad espandersi in tutta l’Asia minore. Nel 270 cercò un accordo con l'imperatore romano Aureliano per consolidare i confini dei suoi territori. Ma di tutta risposta lui fece una controffensiva sconfiggendola a Emesa (272). Dopo l’assedio di Palmira, mentre cercava di fuggire in Persia, fu arrestata, ma Aureliano le salvò la vita: fu condotta a Roma e fatta sfilare in città. Passò gli ultimi anni a Tivoli.
( vedi anche qui:http://ilclandimariapia.blogspot.it/2015/09/zenobia-di-palmira.html )









La Pulzella d’Orléans. Giovanna d’Arco (1412-31) visse durante la guerra dei Cent’anni (1337-1453) quando a confrontarsi erano due nazioni nascenti, Francia e Inghilterra. Di umile origine, a 17 anni si convinse di essere stata scelta da Dio per salvare la Francia, così percorse oltre 2000 km e raggiunse la corte di Carlo VII per chiedere di poter cavalcare - senza nessun comando - alla testa dell'esercito che andava a soccorrere Orléans, assediata dall'esercito di Enrico VI. Avuto il consenso, la Pulzella e il suo esercito riuscirono a liberare Orléans. Ma la sua carriera si interruppe in fretta: catturata l’anno successivo in un'imboscata fu consegnata a Giovanni di Lussemburgo, che la diede come bottino di guerra agli Inglesi. Nel 1431, a soli 19 anni, fu accusata di eresia e bruciata viva. Oggi è santa e patrona di Francia.




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La regina di Forlì. Caterina Sforza (1463-1509), figlia di Galeazzo Maria Sforza e madre di Giovanni dalle Bande Nere, governò su Imola e Forlì. Soprannominata tygre per il suo coraggio e la sua determinazione, si occupò personalmente della difesa dei suoi Stati: pianificò le manovre militari, si curò dell'approvvigionamento dei soldati, delle armi e dei cavalli e anche dell’addestramento delle milizie. Tanto zelo non bastò però a difendere il suoi territori dalle conquiste del famigerato Cesare Borgia, detto il Valentino. Imprigionata a Roma, dopo aver riacquistato la libertà, visse i suoi ultimi anni a Firenze.


nakanotakeko


Donna samurai. Nakano Takeko (1847-68) fu un'onna-bugeisha, ovvero una donna guerriera appartenente alla nobiltà giapponese. Queste donne potevano partecipare alle battaglie, insieme ai samurai ed erano addestrate all'uso delle armi per proteggere la loro casa, la famiglia e l'onore in tempo di guerra. Nakano Takeko si mise a capo di un corpo speciale di donne guerriere, una sorta di esercito femminile e combatté servendosi del naginata (una spada giapponese con una lunga lama ricurva). Morì sul campo durante la battaglia di Aizu (1868) nel pieno della guerra civile giapponese.


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Guerriera e scrittrice. Nadežda Andreevna Durova (1783-1866), figlia di un comandante Ussaro, crebbe tra i cavalieri. Forse anche per questo pensò che la sua strada non potesse essere la vita domestica, ma la carriera militare. Così si fece arruolare con un nome maschile nel corpo degli Ulani, soldati a cavallo armati di lancia, e durante le guerre napoleoniche vinse molte medaglie tanto da essere promossa addirittura ufficiale. Appassionata anche di letteratura pubblicò poi le sue memorie nella rivista Sovremennik (1836) con una presentazione del poeta russo Puškin.



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Guerriera e scrittrice. Chiudiamo questa gallery con una "guerriera" dei giorni nostri: Asia Ramazan (1996-2014), una combattente curda che ha cercato di fermare l’avanzata dell’Isis nei territori del Kurdistan siriano. Nel 2014, a 18 anni, era entrata come volontaria nelle fila dell’Ypj la milizia femminile curda interna alla milizia del Kurdistan siriano. Diventata famosa sui media occidentali come simbolo di eroina resistente, è morta nel 2016, pare, a Minbic, nella Siria del Nord, durante una battaglia contro le forze siriane e uomini dell’opposizione armata.