domenica 4 marzo 2018

Il caffè letterario, ovvero la culla delle idee.



Molti anni fa fui invitata da alcuni amici alla presentazione di un libro, un poliziesco, ambientato in gran parte nella nostra città. 

Per l'incontro con gli autori, una coppia di insegnanti universitari, era stato scelto Il Caffè Letterario , un vecchio locale , un po' bar e un po' libreria, con un'ampia stanza sul retro dove erano state sistemate delle sedie e un grande tavolo, al riparo dall'andirivieni dei clienti abituali.




Lo ricordo come un sabato pomeriggio molto gradevole: era bello stare seduti ad ascoltare, dalla voce di chi sa scrivere, come nascono le idee, come si sviluppano e prendono forma , tra perplessità ed imprevisti, in un'atmosfera coinvolgente in cui si percepiva quasi la presenza di altri pensieri, altri progetti espressi da persone che in  occasioni diverse si erano ritrovate in quella stessa stanza prima di quel pomeriggio. 
 
A parte il ricordo che conservo di quell'evento e l'autografo con dedica degli autori  sulla prima pagina del libro, di quel luogo, così com'era allora, oggi non è rimasto nulla. Di quel Caffè Letterario non c'è più traccia, proprio nessuna, come si legge in rete nella presentazione del modernissimo bar, negozio e spazio eventi che ha preso il suo posto.





Forse mantenere in vita un caffè letterario oggi è solo un bel sogno, una nostalgia romantica difficile da ricreare, dal momento che ci sono mille altri contesti ed opportunità per confrontare idee,tuttavia il fascino dei caffè letterari del passato continua a sopravvivere fortunatamente in molte città d'Italia, grazie proprio alla loro storia.





Già dal XVIII secolo con il diffondersi della spinta riformatrice proposta dall'Illuminismo, volta a combattere l'ignoranza ed ogni forma di arretratezza, diventava sempre più impellente il desiderio di diffondere nuove idee in ambito filosofico, scientifico,  politico attraverso dibattiti e confronti: i raffinati salotti della nobiltà ed i caffè cittadini divennero ben presto  il ritrovo di intellettuali, scrittori, filosofi, artisti, menti illuminate che si ritrovavano  per confrontarsi e discutere.

Venivano spesso dall'Inghilterra, dalla Francia, dalla Germania perché l'educazione dei giovani aristocratici di mezza Europa si completava con il Grand Tour, con la visita cioè di quei Paesi che erano stati la culla della civiltà e dell'arte.

Così le grandi correnti di pensiero così come i movimenti politici prendevano spesso forma proprio davanti a una tazza di caffè, beh... forse più d'una, e quell'atmosfera di fervore intellettuale e un po' romantico è rimasta come imprigionata tra le pareti , gli arredi e gli aneddoti raccontati mille volte. Non a caso la più rinomata rivista illuministica fondata da Pietro Verri si chiamava "Il Caffè".




Il più antico di tutti i caffè letterari storici  in Italia è il Caffè Florian , a Venezia , in piazza S.Marco, fondato nel 1720. Qui si incontravano personaggi come Goldoni, Casanova, il Parini, ma anche Lord Byron, Goethe, Dickens e Proust, insomma, il gotha della cultura italiana e europea.

Poco lontano, a Trieste, c'erano il Caffe degli specchi , e il Caffè Tommaseo, frequentati dai più noti esponenti della cultura Mitteleuropea , come Italo Svevo e Umberto Saba. E qui si poteva incontrare anche James Joyce , durante i suoi lunghi periodi di soggiorno in Italia. E del Caffè Pedrocchi a Padova, Stendhal diceva che era "le meilleur d'Italie".

Scendendo giù per la penisola ,il Caffè dell'Ussero a Pisa e il Caffè delle Giubbe Rosse ( quelle dei camerieri) a Firenze sono stati testimoni di tutti quei fermenti risorgimentali che hanno preceduto l'unità del nostro paese e se a Napoli si voleva incontrare D'Annunzio, Oscar Wilde o Hemingway si andava a prendere un caffè da Gambrinus. 





Di tutti i caffè letterari d'Italia  quello che mi è più caro però è il Caffè del Tasso che si affaccia su Piazza Vecchia , nel cuore di Bergamo Alta.




Già conosciuto nel 1476 come Locanda delle Due Spade ,  perché nella piazza si tenevano i duelli, cambiò il suo nome un paio di secoli più tardi  in Torquato Tasso Caffè e Bottiglieria , quando fu eretta nelle sue vicinanze la statua di Torquato Tasso, il celebre poeta autore della Gerusalemme Liberata e discendente di una nobile famiglia bergamasca.





Fu proprio in questo locale che nel 1859 si riunirono i volontari bergamaschi guidati da Agostini Pasquinelli, pronti a seguire Garibaldi nella spedizione dei Mille e ancora oggi sulle pareti del Caffè  si può ammirare il suo ritratto.





Nel tempo il locale, che si è trasformato in un ambiente elegante e raffinato, ha accorciato il suo nome ed è stato meta di molti artisti , musicisti, personaggi famosi, soprattutto nel mondo dello spettacolo, grazie anche alla sua collocazione  in una delle piazze più belle d'Italia, come affermato dal famoso architetto Le Corbusier.

 



Un caffè al giorno, toglie il medico di torno, si potrebbe concludere, interpretando liberamente un vecchio proverbio, ma se alla bevanda si uniscono tradizione, storia e cultura, anche il gusto ne ha giovamento.







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