mercoledì 31 gennaio 2018

Ramon Vilanova



Classe 1941, proviene da una famiglia di militari, che non l' ha incoraggiato ad intraprendere una carriera artistica, ma che l'avrebbe spinto verso una professione più pratica.
Ramon nasce in un piccolo paese fuori Barcellona ed è quella terra che troviamo nei suoi quadri pieni di sole, di fiori, di colori. Ramon è esattamente quello che voleva essere: un " plein air artist".
E' oggi uno dei più importanti pittori di paesaggi in Europa, ha vinto diversi premi ed ha anche pubblicato un libro: Placers.

































lunedì 29 gennaio 2018

13 regole fondamentali per essere felici

E si torna a parlare di Piccole donne! 

viene spiegato perchè questo libro, così amato dalle bambine della mia generazione, sia importante per quello che ci ha insegnato e per quale motivo sia rimasto così a lungo nei nostri cuori.
Non so se al giorno d'oggi possa ancora divertire, insegnare, piacere alle bambine; lo scoprirò tra breve, quando la mia prima nipotina sarà in grado di leggere un libro intero.




Intanto approfondiamo l'argomento:

Le 13 regole fondamentali per essere felici suggerite dalle ”Piccole donne”

MILANO – ”Piccole donne” di Louisa May Alcott è un romanzo in due volumi che narra la storia delle quattro sorelle March attraverso la loro adolescenza fino all’età adulta. A quasi 150 anni dalla pubblicazione, il libro continua ad essere estremamente popolare, infatti è considerato uno dei dieci romanzi più amati in America. Nella classifica di quest’anno, addirittura, ha raggiunto l’ottava posizione. Un libro apprezzato soprattutto alle ragazze, che ci ha accompagnato durante la crescita, come ha accompagnato le nostre madri e, probabilmente, le madri delle nostre madri. Abbiamo guardato il film con Winona Ryder e Kirsten Dunst e abbiamo scelto una sorella preferita con la quale ci siamo anche identificate – recentemente noi vi abbiamo proposto il test per scoprire quale delle quattro sorelle vi somigli di più. Insomma, il libro è inestricabilmente intrecciato al tessuto dell’adolescenza americana e d’oltreoceano.
UN LIBRO CHE E’ UNA GUIDA NELLA VITA – La popolarità di questo racconto semi-autobiografico persiste, anche se le prediche sono frequenti e l’impianto narrativo è in vecchio stile. L’amata matriarca della famiglia March, infatti, ammonisce spesso le sue ragazze contro i peccati della vita: a partire dai cosiddetti “uomini a caccia” fino alle più comuni esortazioni volte a spingere le proprie quattro figlie a abbracciare le tipiche virtù femminili, la modestia nel vestire, per esempio, o il tono di voce tranquillo e pacato. “Womanly” è l’aggettivo spesso usato al posto di “buono” al fine di descrivere le azioni dei personaggi femminili. L’enfasi sulla modestia della famiglia March sembra un po’ strana e obsoleta ma, anche se agli occhi di molti può considerarsi un libro retrogrado, è innegabile che la storia delle quattro ragazze March ha accompagnato generazioni e generazioni di lettori. Il fatto è che questo libro suggerisce alcune lezioni davvero importanti per vivere felici: le raccoglie l’Huffington Post in un articolo, a farne una sorta di vademecum del vivere bene. Tutto sommato, “Piccole donne” non può essere definito il romanzo perfetto, questo è vero, ma la maggior parte di noi potrebbe imparare molto leggendolo.





1. Non importa quanto difficile possa essere, ma devi cercare di perdonare. Alcune offese possono sembrare imperdonabili, ma rifiutando di accettare le scuse sincere non si risolve nulla, anzi, la sofferenza aumenta. Quando l’impetuosa Jo si rifiuta di invitare l’antipatica sorella minore Amy a uno spettacolo, Amy sfoga la sua rabbia bruciando l’unica copia manoscritta del libro che Jo sta scrivendo. In un primo momento Jo è restìa, non vuole perdonare sua sorella, ma quando Amy per poco non perde la vita nell’incidente di pattinaggio, Jo si rende conto che sua sorella è molto più importante del suo amato libro. Solo quando è così vicina a perdere Amy si rende conto che serbare rancore porta solo rammarico.






2. Non cedete all’invidia, ci sarà sempre qualcuno più bisognoso di voi. La famiglia March, a differenza della famiglia Alcott, non vive in condizioni di estrema povertà, ma i mezzi a loro disposizione non sono così sontuosi come si potrebbe pensare. Con quattro ragazze in casa e pochi soldi in arrivo la disponibilità economica non permette molte occasioni nelle quali acquistare abiti eleganti o viaggiare in Europa o, magari, organizzare feste opulente come possono invece fare i loro ricchi conoscenti. Le sorelle March ricordano costantemente che molti vivono in una povertà più profonda della loro e che dovrebbero essere grate per tutti i comfort che hanno.



3. Dare è meglio che ricevere. Le sorelle March credono che piuttosto che affliggersi per le proprie mancanze è meglio aiutare chi ne ha davvero bisogno, infatti si occupano spesso dei vicini indigenti. Nella prima scena del libro, le ragazze si siedono intorno al fuoco e si lamentano della loro situazione dicendo che il Natale non sarà Natale senza i soliti regali e che è davvero terribile essere poveri; ma solo poche pagine dopo le ragazze decidono di recuperare i pochi soldi che hanno da parte per fare colletta, e non per se stesse, ma per la loro madre. Per coronare il tutto, anche se con riluttanza, decidono di donare la loro colazione natalizia a una famiglia povera e affamata che vive vicino alla loro casa. Anche se è difficile fare un sacrificio, sacrificarci ci rende più felici che comportarci da egoisti.





4. Le belle piume spesso nascondono uccellini non così tanto fini, è meglio concentrarsi su quello che c’è sotto, piuttosto che focalizzare l’attenzione sull’eleganza esteriore. Le ragazze che hanno abiti fantasiosi e ricchi di perline a prima vista potrebbero sembrare invidiabili, ma Meg propone una riflessione importante a questo proposito. La sorella maggiore è attratta dall’idea di partecipare ad una festa, ma quando vi prende parte si rende conto che non è tutto oro quello che luccica e infatti afferma che “c’è un fascino nei bei vestiti che attira una certa classe di persone e che assicura loro rispetto’, ma è una sorta di sguardo superficiale. Le donne vestite con abiti costosi che tanto ammirava in realtà si erano intrattenute tutta la sera spettegolando su di lei e sui suoi abiti considerandoli sciatti, ma mascherando il tutto con il loro affetto cercavano di nascondere una forte ipocrisia e superficialità.





5. Capire in cosa si è bravi e focalizzarsi sulle proprie passioni. Le sorelle March potrebbero sembrare piccoli prodigi a volte, ma la realtà è che nessuna di loro è particolarmente talentuosa. Nonostante ciò, non permettono ai loro limiti di bloccarle. Beth, la “sorella musicista”, si esercita al pianoforte ogni volta che può. Amy, la “sorella artista”, è disposta a mettere da parte anche l’ossessione per il suo aspetto pur di trascorrere ore e ore a migliorare il suo tratto. Jo, la “sorella scrittrice”, scarabocchia costantemente e Meg, che non ha nessuna spiccata passione, si concentra per imparare a cucinare e tenere la casa in modo impeccabile. Le ragazze non sono vigliacche, sanno quali sono i loro punti di forza e quali sono le loro passioni e sono disposte a dedicare tempo ed energie a coltivarle e migliorarsi. Alla fine Jo diventerà una scrittrice e Amy diventerà un’artista fatta e finita, anche se non tanto da raggiungere la fama con questa sua abilità, e Meg, infine, sarà perfettamente in grado di gestire una famiglia ordinata. Gli investimenti nei loro talenti daranno dei frutti visibili e soddisfacenti.



6. Tutti, anche le giovani donne, dovrebbero essere indipendenti. Le due sorelle più anziane all’inizio del libro hanno solo 15 e 16 anni, ma entrambe collaborano al sostentamento dell’intera famiglia. I March stanno attraversando tempi duri e Jo e Meg insistito per andare a lavorare – Meg diventa una governante e Jo si occupa della loro ricca zia. Quando poi Amy sostituirà Jo nel prendersi cura della zia, Jo guadagnerà attraverso la sua scrittura. Fatta eccezione per la delicata Beth, le ragazze sono tutte in grado di lavorare e guadagnare soldi per essere indipendenti e non gravare sulla propria famiglia in difficoltà. Tutto ciò dà alle piccole donne un senso di realizzazione, nonché la possibilità molto concreta di provvedere a se stesse e alla loro famiglia, senza dover attendere che sia un uomo a farlo per loro.





7. E divertirsi! Anche senza reti wireless, connessioni Internet e TV via cavo. Le sorelle March vivono in un tempo che precede l’elettronica e i videogiochi. Le quattro ragazze non hanno nemmeno sufficiente denaro per alimentare una vita sociale vivace fatta di feste sfarzose e balli di gala. Questo, però, non le abbatte: si radunano in casa e decidono insieme come investire il loro tempo, ad esempio organizzano e mettono in scena vere e proprie opere teatrali, creano giornali-gioco con articoli scritti di loro pugno, disegnano, suonano e cantano. In questo modo il loro divertimento non dipende dai soldi, i passatempi sono solo il frutto della loro immaginazione.





8. Mantenere la casa è un lavoro duro, ma i risultati ripagano ogni pena. Quando la signora March e la domestica Hannah prendono un giorno libero, le ragazze sono costrette a rimanere in casa da sole e scoprono che una casa ingombra non è un luogo piacevole in cui vivere e che cucinare una buona cena è più difficile di quanto pensassero. Le quattro sorelle si dedicano a una giornata di pulizie al termine della quale, anche se stanche, realizzano di essere molto soddisfatte e apprezzano ancor di più il lavoro che ogni giorno fanno sia la loro madre sia la domestica Hannah. Improvvisamente le piccole faccende come spolverare e riassettare non sembrano così onerose : vale la pena mantenere la casa pulita e accogliente.




9. Non indebitarsi per nessuna ragione al mondo. Anche se le sorelle March erano abituate a uno stile di vita più alto, imparano a ridimensionare sia le spese necessarie sia quelle superflue. Certo, nessuno è perfetto e anche loro sbagliano, ma i loro errori e le conseguenze che ne derivano insegnano loro a non spendere in modo sconsiderato. Ad esempio, Meg si trova ad acquistare impulsivamente un costoso vestito di seta e suo marito è costretto a riconsegnare il nuovo cappotto invernale, necessario nei mesi più freddi, solo per pagare i debiti di Meg che, imbarazzata, si ripromette di non compiere mai più un gesto simile. Ad ognuno di noi piace vestirsi bene e concedersi qualche lusso ogni tanto, ma se dobbiamo indebitarci per ottenere quello che vogliamo, dobbiamo prenderci la responsabilità delle nostre azioni (Meg lo ha capito proprio in queste circostanze).





10. Non dobbiamo essere ossessionati dagli appuntamenti. “Piccole donne” è un romanzo perfettamente integrato con la società e le norme del diciannovesimo secolo, soprattutto quando si tratta di matrimonio, seppure la Alcott non si sia mai sposata. Le ragazze non passano molto tempo a flirtare con i ragazzi, a spettegolare o a fantasticare sul matrimonio. Tutte loro si concentrano sulla vita famigliare e sul loro sviluppo personale, la priorità è creare legami di amicizia reale con uomini buoni per poi compiere le loro scelte coniugali solo in un secondo momento. Se potessimo essere tutti così calmi, pratici e razionali nelle nostre vite romantiche probabilmente ci risparmieremmo molte delusioni e abbuffate di cioccolato.





11. L’amore è una cosa meravigliosa… L’amore delle sorelle March per il prossimo, per i loro amici e per i loro “eventuali” coniugi e figli è l’aspirazione più grande nel libro. C’è un calore e una purezza nel loro affetto che affonda le sue radici nel vero rispetto per gli altri e non nel desiderio di approfittarsi del prossimo. Pensiamo all’amicizia con il ricco ragazzo della porta accanto, Laurie. Le sorelle March gli offrono divertimento illimitato e tanta compagnia senza però avere nessuna aspettativa, senza pretendere nessuna ricompensa ad esclusione di un abbraccio. E poi, Meg ha alcuni ammiratori facoltosi eppure sceglie felicemente un marito che è tutt’altro che ricco e il motivo è uno solo: lei lo ama per quello che è. Il risultato è che le quattro ragazze sono circondate solo dalle persone che le amano per quello che sono e che apprezzano la loro autenticità.



12. …Quindi fate attenzione a chi vi concedete. La compatibilità, nel matrimonio, è più importante della passione. L’amore può intossicarci e stregarci. Ma il vero segreto per un matrimonio senza litigi è la compatibilità di carattere. Meg si butta a capofitto nel matrimonio molto prima del previsto, ma non prima di sentirsi sicura che il suo futuro marito sia una persona giusta, paziente, gentile, laboriosa e affidabile (tutte le caratteristiche che Meg cerca nel suo uomo ideale). Di conseguenza, anche se nei primi anni del loro matrimonio la strada è tortuosa i due sono in grado di percorrerla insieme, lavorando come una squadra e crescendo come coppia. Fate attenzione a chi vi concedete, le sorelle March ci insegnano che anche in amore bisogna essere razionali per non correre il rischio di fare il passo più lungo della gamba.




13. La famiglia viene prima di tutto. “Piccole donne” ci ricorda che se abbiamo la fortuna di avere una famiglia amorevole dobbiamo apprezzarla e prendercene cura. L’amore per la famiglia è il vero cuore del libro, che si tratti di amore fraterno, dell’amore nei confronti dei genitori o dell’amore coniugale. Le sorelle March non tagliano i ponti con le amicizie, non rinnegano i membri della loro famiglia e non giocano a tira e molla con i loro partner romantici. Persino la sgradevole zia non è trascurata. La zia March, ad un certo punto, si offre di adottare una delle quattro sorelle per alleviare le difficoltà della famiglia, ma la risposta della loro madre è la rappresentazione dell’amore più puro: ‘Non possiamo rinunciare alle nostre ragazze per una dozzina di fortune. Ricchi o poveri, noi continuiamo insieme ed essere felici in altri modi’.




Questi gli insegnamenti della Alcott, più di un secolo fa. E oggi? Mi pare che queste regole possano essere sempre ritenute valide, a mio avviso sono basilari. Di più "moderno" si potrebbero aggiungere i suggerimenti che Erica Jong dà nel suo libro "Come salvarsi la vita":

 -Eliminare i sensi di colpa
- Non fare della sofferenza un culto
- Vivere nel presente (o almeno nell'immediato futuro)
- Fare sempre le cose di cui si ha più paura; il coraggio è una cosa che si impara a gustare col tempo, come il caviale.
- Fidarsi della gioia
- Se il malocchio ti fissa, guarda da un'altra parte
- Prepararsi ad avere ottantasette anni


Non sono in contrapposizione con i suggerimenti più vecchi, sono solo un approfondimento. Non è così?

sabato 27 gennaio 2018

Un tuffo nel passato : prossimo, remoto,anzi remotissimo.

Dindi ha letto da qualche parte che a Godega, alla terza domenica del mese, si tiene un ricco mercatino dell'usato, assolutamente da non perdere e, visto che la località si trova a pochi chilometri da Treviso, nel cuore del Veneto, dove ho vissuto  per qualche anno tanto tempo fa, Dindi ha pensato di regalarmi una breve rimpatriata.
Detto...fatto.

Sabato 20 gennaio 2018
Treviso è una città che mi è sempre rimasta nel cuore - lì è nato mio figlio Fabio - ma in questi ultimi 45 anni (sigh !!) ho avuto l'occasione di tornare a visitarla solo un paio di volte, così oggi , al primo impatto, mi è sembrata molto cambiata. E' bastato però attraversare la cinta delle mura , per riscoprirla bella come allora.

Purtroppo il cielo è coperto, qua e là ci sono ancora le tracce del Natale appena trascorso, e sul fiume che attraversa la città, scivolando sotto i ponti, anche le stelle hanno l'aria un po' infreddolita.





















Mentre ci avviciniamo al centro, si accendono le prime luci nei negozi e le strade sembrano rianimarsi. Ecco la Loggia dei Cavalieri con i suoi raffinati affreschi; oggi ospita una mostra di vecchi libri.



Ancora pochi passi e ci troviamo nell'inconfondibile Piazza dei Signori con il Palazzo dei Trecento, praticamente il cuore della città . Treviso ha una delle più antiche università d'Italia , per questo forse non si può far a meno di notare la presenza di molti gruppi di giovani.
 




















Ci fermiamo a prendere una cioccolata da "Signore e Signori", il locale che ha preso il nome da un celebre film di Pietro Germi del 1965, una delle più apprezzate pellicole di commedia all'italiana, girato per lo più a Treviso, che ha fatto conoscere questa città e la sua gente al grande pubblico.











Ora non ci resta che percorrere i portici di Calmaggiore, la via dello shopping e dello struscio cittadino, su fino al Duomo.
E' proprio sotto questi portici che ho visto nascere il primo negozio con il marchio Benetton, un locale molto piccolo che esponeva in vetrina una pila di maglioncini tutti uguali nella forma, ma in tanti colori diversi. Oggi , sull'altro lato della via, il marchio Benetton appare a caratteri cubitali su un enorme palazzo....









 
 
 





Lo sapevate che i peccati di gola si possono commettere anche solo con gli occhi ??!!??



Prima di lasciare la città è doveroso fare una visitina ad uno dei suoi simboli più conosciuti : la fontana delle tette...













Si tratta di un'antica fontana costruita nel 1559 su ordine di Alvise da Ponte, a quel tempo podestà della Repubblica di Venezia, a seguito di una forte siccità che aveva colpito Treviso e la campagna circostante. In origine era posta in via Calmaggiore nel Palazzo Pretorio. Da allora, e fino alla caduta della Serenissima nel 1797,in onore di ogni nuovo podestà, dalla fontana sgorgavano vino rosso da un seno e vino bianco dall'altro, e tutti i cittadini potevano berne gratuitamente per tre giorni.

La statua originale, gravemente danneggiata, si trova ora in una teca sotto il portico del Palazzo dei Trecento, mentre la riproduzione, da cui sgorga solo acqua, si trova in una piazzetta poco lontana.




Il buio è sceso sui canali: sotto gli archi dei vecchi palazzi si intravvedono i locali caratteristici dove degustare i piatti tipici della cucina locale e concedersi, perché no?, un'ombra de vin...

Domenica 21 gennaio 2018

Dopo una notte di sonno ristoratore, eccoci pronti per la visita al mercatino. Più che mercatino, sembra essere un mercatone in quanto a dimensioni, infatti  le bancarelle, oltre che in un'area espositiva all'aperto molto vasta, trovano posto anche all'interno di grandi capannoni.

La giornata è splendida: cielo terso e montagne più o meno innevate all'orizzonte.






Molti espositori sono ancora occupati ad esporre la loro mercanzia, così possiamo muoverci con calma, soffermandoci ad osservare ciò che più attira la nostra attenzione. C'è di tutto un po': libri , soprammobili, giocattoli, francobolli, riviste, vecchi attrezzi agricoli, biancheria ricamata....

 































Terminata la visita del mercatino, riprendiamo la strada di casa, senza fretta, e visto il cielo azzurro e la temperatura mite,  approfittiamo per visitare due belle e note località : Cittadella e Marostica, entrambe circondate da solide ed antiche mura.



La prima è una cittadina murata di origine medievale, eretta nel 1220 dalla città di  Padova come luogo fortificato nella zona di confine del suo contado con le terre di Vicenza e Treviso.

                                            

                                                 



                                                  




                                                                     


                                                                              



 Ovunque si ritrovano i segni del periodo in cui la città diventò parte della Serenissima.


                                                                               







 Anche qui nelle strade del centro, oggi, c'è un mercatino all'aperto.
A parte la bellezza indiscutibile della mura, le cose che ho apprezzato di più sono state...


                                                  



...il raffinato outdoor di questo Caffè


                                                 





e il radicchio variegato, specialità della zona, più simile a un letto di rose che ad una verdura....


Anche Marostica ha una possente cinta muraria realizzata dagli Scaligeri nel 1372, più volte distrutta e ricostruita, con le belle merlature a coda di rondine. La sua caratteristica è quella  di svilupparsi  sui fianchi della collina, così che possa essere intravista anche da lontano.


                                                                            


                                                    






Marostica è nota ai più per la sua piazza , nella quale ad anni alterni va in scena, su un pavimento a scacchi, una suggestiva partita giocata da pedine viventi.

Pare che la tradizionale sfida , che si ripete dal 1923, si riallacci ad un evento del 1454, quando il castellano di Marostica, Taddeo Parisio, in dubbio sulla scelta tra i due pretendenti alla mano della figlia Lionora, decise di concedere la giovane in sposa al vincitore di una partita a scacchi. Al perdente sarebbe stata concessa la mano dell' altra figlia, Oldrata, più vecchia ma comunque di bell'aspetto.






Dopo aver pranzato in un ristorante tipico, saliamo al castello superiore dal quale si può ammirare non solo la città sottostante, ma anche la vasta e ricca pianura veneta.

                                                


                                                    











A questo punto non mi resta che ringraziare Dindi e Giorgio per avermi invitato a condividere con loro questo piacevole fine settimana.