sabato 12 agosto 2017

Un libro da leggere.


Un insolito libro questo pubblicato da Rizzoli che raccoglie ed offre , senza la precisa cronologia di un diario, le pagine in cui Oriana Fallaci,  come giornalista e scrittrice, ma soprattutto come donna, sembra raccontare a se stessa  i propri pensieri.
 






 
Il libro è fondamentalmente  un omaggio non solo a  una grande scrittrice - dei suoi libri sono stati venduti  milioni di copie in tutto
il mondo- ma soprattutto ad una donna dai molti volti, definita scomoda, che attraverso la propria memoria ha di fatto raccontato la storia del Novecento.
 
 
Pur non condividendo alcune delle opinioni che la Fallaci esprime con grande fermezza e , a volte, con irritante presunzione su determinate scelte di vita,  attraverso la lettura di queste pagine ho colto la sua profonda umanità , tanto da sentirla vicina, un po' come se fosse  una sorella maggiore.
 
Ho apprezzato il rigore con cui lavorava e scriveva , e quanto fosse esigente con se stessa.
 
"Scrivere bene - diceva- è accarezzare gli occhi di chi legge, gli orecchi di chi ascolta, farlo sentire come se fosse portato dal vento e volasse. Ciò che chiamo metrica, insomma, musicalità."
 
 
E c'è tanta umana semplicità anche nel modo in cui racconta della famiglia, dei genitori, dell'orgoglio del nome, delle origini, degli affetti, tanto da dimenticare che a scrivere è una donna ormai ricca e famosa.
 
Con il passare degli anni, e il tormento della malattia, quando la Fallaci si prepara a scrivere la storia della sua famiglia,  è così che ne spiega le ragioni:
 

"Quando il futuro s'era fatto corto e mi sfuggiva di mano con l'inesorabilità della sabbia che cola dentro una clessidra, mi capitava spesso di pensare al passato della mia esistenza: cercare lì le risposte con le quali sarebbe giusto morire. Perché fossi nata, perché fossi vissuta, e chi o che cosa avesse plasmato il mosaico di persone che da un lontano giorno d'estate costituiva il mio Io. Naturalmente sapevo bene che la domanda perché sono nato se l'eran già posta miliardi di esseri umani ed invano, che la sua risposta apparteneva all'enigma chiamato Vita..."
 
 
Il libro mi era stato regalato il Natale scorso e per qualche oscura ragione era finito in fondo ad una pila di altri libri che probabilmente mi erano sembrati a prima vista più interessanti. Mi sbagliavo, ma in questo modo ne ho apprezzato ancor di più la lettura. Per questo lo consiglio per le vacanze: potete leggerlo d'un fiato o assaporarne poche pagine per volta, di certo il suo sapore non vi deluderà.
 
 



 

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