giovedì 30 marzo 2017

Liberty a Milano










Con l'Esposizione Nazionale del 1881 la città di Milano si consacrò definitivamente come il principale polo industriale italiano e in breve, al suo interno, si formò una nuova classe borghese emergente legata all'industria e al commercio, formata da capimastri, possidenti e imprenditori che nel giro di qualche decennio avrebbe eguagliato in ricchezza e importanza la vecchia nobiltà cittadina.
Così tra l'inizio del Novecento e lo scoppio della prima guerra mondiale, grazie allo stretto legame con la rampante borghesia industriale, lo stile liberty trovò terreno fertile per un rapido sviluppo. Infatti la classe borghese,  ormai padrona della vita sociale ed economica della città, trovò nello stile liberty, proveniente dalla Francia, l'opportunità di mostrare la propria potenza e la propria capacità di rinnovamento rispetto ai modelli architettonici della vecchia borghesia, ancora arroccata in dimore neoclassiche e barocche.

Anche se molto articolata e differenziata, la manifestazione del liberty a Milano mostra alcuni punti e novità comuni, come la decorazione dell'edificio in ferro battuto o cemento decorativo, il ricorrente tema del mondo floreale e animale e , a livello strutturale, l'uso del cemento armato. Le pareti esterne vengono spesso dipinte e decorate con piastrelle  in ceramica, né si disdegna l'uso di cariatidi ed ermi a sostegno di balconi e terrazzi.

























La prima manifestazione dello stile liberty a Milano coincide con la costruzione nel 1903 di Palazzo Castiglioni su progetto dell'architetto Giuseppe Sommaruga, che sarà tra i maggiori interpreti del modernismo in Italia. Il palazzo , costruito in una delle più eleganti e nobili vie di Milano, è considerato tra i più alti esempi di  liberty italiano e introduce prepotentemente in città l'uso del cemento come elemento scultoreo. E a rimarcare lo status della nuova classe dirigente furono poste, ai lati dell'ingresso al palazzo , due statue raffiguranti due donne svestite, in pose decisamente audaci. Il fatto suscitò un grande scandalo, tanto che il palazzo fu ribattezzato dai milanesi la ca' di ciapp, la casa delle chiappecon preciso riferimento al posteriore nudo delle due statue, che furono perciò rimosse e trasferite in una villa periferica.















Altro protagonista di primo piano del liberty a Milano fu Giovanni Battista Bossi, con la sua opera più celebre, casa Galimberti, un palazzo con una facciata decorata di piastrelle in ceramica su cui sono rappresentate figure umane ed elementi vegetali. Da notare i balconi in cemento decorati e i balconcini a baldacchino in ferro battuto.


Poco lontano e sempre di G.B. Bossi è casa Guazzoni, la cui facciata è decorata con sculture di putti, figure femminili e forme vegetali realizzate in cemento e ferro battuto con balconi sovrapposti.



L'architetto e imprenditore edile Alfredo Campanini progettò e costruì la propria abitazione nel 1904, ispirandosi un po' al Sommaruga di palazzo Castiglioni, in particolare per le sculture di figure femminili poste all'ingresso.







In una delle vie più centrali e antiche di Milano, sorse a partire dal 1902, su progetto di Ernesto Pirovano, casa Ferrario, un palazzo dall'aspetto piuttosto sobrio, ma interessante per le decorazioni in ferro battuto dei balconi sovrapposti con motivi a spirale e decorazione floreale con mensole a forma di grifone, realizzate da Alessandro Mazzucotelli, uno tra i maggiori artisti del ferro battuto in Italia.





Dopo aver raggiunto il suo apice nel 1906, il  liberty milanese incominciò ad essere contaminato da nuove mode e tendenze fino agli anni della prima guerra mondiale, dopo la quale la borghesia industriale si innamorò dell'art déco.

Ciò che oggi rimane di quegli anni a Milano racconta una pagina importante della storia della città e costituisce un patrimonio artistico che continua ad affascinare gli amanti della bellezza.


(liberamente tratto da Wikipedia)

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