giovedì 25 febbraio 2016

Bambole di carta- la storia



 Le prime bambole di carta, a scopo dilettevole apparvero a Parigi, nel diciottesimo secolo, durante il regno di Luigi XV. Nella festosa corte francese le paper dolls ebbero molto successo tra gli appassionati di giochi stravaganti. Contemporaneamente dall’altra parte della Manica, in Inghilterra, gli stampatori britannici realizzavano bambole di carta a scopo didattico, per illustrare libri divulgativi.
I primi fruitori furono quindi gli adulti che si servivano di queste immagini per collezionarle o come sussidi per i loro studi.



 La produzione di una bambola di carta era un processo complicato per l’epoca, per cui questi oggetti erano considerati beni di lusso. Nel 1820, grazie all’invenzione delle prime macchine meccaniche che aumentarono la produzione della carta e diminuirono il valore del bene prodotto, le paper dolls diventarono popolari sia in Europa che in America. 
Nel 1858, l’avvento dell’Haute Couture favorì la nascita e la diffusione delle prime riviste femminili di intrattenimento che presentavano articoli di interesse culturale e molti figurini di provenienza francese ed inglese, da cui le signore dell’alta società attingevano consigli sulla moda. Le riviste femminili individuarono nelle paper dolls le testimonial ideali per la promozione dell’alta moda femminile. La scelta si rivelò vincente. Grazie all’utilizzo della stampa a colori si diffuse così l’uso di regalare delle paper dolls da ritagliare che reclamizzavano i modelli dell’epoca.
Le più note riviste femminili dell’epoca, come Ladies Home Journal, Ladies Word, McCalls e Pictorial Review fecero a gara tra loro per proporre le bambole più belle.






 Negli anni, le paper dolls assunsero insieme alla valenza ludico-estetica quella narrativa didattica. Vennero così create le prime bambole di carta con un nome, un carattere, una famiglia, degli amici, dei domestici e una storia in cui il pubblico si immedesima. La prima di una lunga serie fu Lattie Lane, una paper doll disegnata nel 1908, dall’illustratrice Sheila Young.




La più importante delle paper dolls fu senza ombra di dubbio la mitica Kewpie, la bambola con le ali, nata dall’estro dell’illustratrice Rose O’Neill.( http://soloillustratori.blogspot.it/2015/04/rose-oneill-i-kewpies.html)





Le paper dolls, come tutto il materiale cartaceo, hanno bisogno di una accurata conservazione perché sono facilmente alterabili. La carta, i colori, gli inchiostri fragili per natura sono sensibili alla polvere, all’inquinamento atmosferico, al fumo, ai raggi solari e soprattutto all’umidità che provocano rotture, macchie e ingiallimenti. Per conservarle vanno custodite con grande cura.


Nell'Ottocento, molti personaggi famosi, sovranità e miti del teatro diventarono familiari al pubblico grazie alla paper dolls dedicate alla celebrità. La prima bambola di carta celebre venne realizzata nel 1830, a Parigi. La bambola riproduceva Marie Taglione, la più grande ballerina di danza classica dell’epoca.



 In seguito vennero proposte bambole con i volti di Carlota Grisi, Lucille Hrahn, Fanny Cerrito e Fanny Elssler, nomi di punta nella storia del balletto. Nel 1840, venne lanciata una serie di paper dolls, in edizione limitata, dedicata alla regina Victoria che riscosse molto successo.



 Dal 1870 al 1890, gli illustratori europei fecero a gara per proporre bambole litografate e colorate a mano, dedicate ai più rappresentativi sovrani europei ed ai volti dei personaggi delle piu’ celebri opere teatrali. In quegli anni, venne lanciata la paper doll a doppia immagine, vista anteriormente e posteriormente, ideata da Raphael Tuck, un apprezzato illustratore e tipografo londinese nominato stampatore regio dalla regina Elizabeth II, per le sue spiccate competenze. 


Le bambole a doppia immagine di Raphael Tuck sono facilmente identificabili dal marchio posto sulla parte posteriore di ogni bambola. All’alba del Novecento, con l’avvento del cinema, prima muto e poi sonoro, vennero realizzate le paper dolls dedicate ai personaggi più popolari del grande schermo.
Mary Pickford, la celebre fidanzata d’America dalla lunga chioma bionda, Greta Garbo, Marlene Dietrich o Marilyn Monroe sono alcuni dei volti che hanno beneficiato dell’attenzione degli illustratori puntata sui tratti e sull’anima del soggetto. 






Il periodo compreso tra gli anni Trenta e i Cinquanta si può definire in assoluto l’età dorata delle paper dolls. Durante la Grande Depressione e la seconda guerra mondiale le paper dolls risolsero il problema di molte famiglie che non potevano permettersi l’acquisto di bambole per le loro bambine. 
Negli anni Sessanta, dopo un lungo periodo di popolarità e diffusione, cominciò un rapido declino senza ritorno. Il colpo di grazia venne inferto dall’ingresso di Barbie, anche se paradossalmente, negli anni Novanta, fu proprio Barbie a favorire una momentanea ripresa delle bambole di carta.




 Da: http://ilramodoro-katyasanna.blogspot.it/2012/12/bamboline-di-carta-paper-dolls.html articolo di Francesca Londino a cui ho messo immagini scelte da me.

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