martedì 15 aprile 2014

Confusioni

Oggi ho scoperto su facebook una cosa singolare: una poesia molto famosa, lentamente muore,  è solitamente attribuita a Pablo Neruda. Ma non è sua! E' di Martha Medeiros.
Chissà come mai succedono queste cose?
Nell'informarmi su Martha, poi, ho scoperto che il caso non è isolato:
La poesia Istanti è erroneamente attribuita a Jorge Luis Borges.
La poesia Le cose che ho imparato nella vita è attribuita a Paulo Cohelo, ma è di Octavian Paler.






 Giornalista per il giornale Zero Hora di Porto Alegre e per O Globo di Rio de Janeiro.
Si è laureata nel 1982 presso la Pontificia Università Cattolica di Rio Grande do Sul (PUCRS) a Porto Alegre.
Dopo aver lavorato in campo pubblicitario, si è trasferita per nove mesi in Cile e lì ha cominciato a scrivere poesie. Tornata a Porto Alegre, ha iniziato a scrivere come giornalista proseguendo anche la sua carriera letteraria. Ha scritto diversi libri.


A morte devagar (Ode alla vita)

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente
chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo
quando è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita,
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in sé stesso.

Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce
o non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza
porterà al raggiungimento di una splendida felicità.









Istanti è una poesia apocrifa comunemente (ed erroneamente) attribuita al poeta argentino Jorge Luis Borges (1899-1986). Seppure sembra ormai accertato che Borges non abbia mai scritto questa poesia (che per il tema trattato ricorda la sua Il rimorso), non si hanno notizie certe su chi ne sia il vero autore.

Secondo alcuni, Istantes sarebbe una traduzione in spagnolo di un testo pubblicato nel 1978 dalla statunitense Nadine Stairs (forse 1892-1988), ma persino sull'identità di questa presunta autrice ci sono parecchi dubbi.

La tesi più accreditata, almeno fino a oggi, è che qualcuno abbia plagiato e tradotto in spagnolo un testo in prosa, pubblicato sul Reader's Digest nel 1953, dello scrittore e umorista americano Don Herold (1889-1966) dal titolo If I had my life to live over (Se potessi vivere nuovamente la mia vita).

Istanti

Se io potessi vivere un'altra volta la mia vita
nella prossima cercherei di fare più errori
non cercherei di essere tanto perfetto,
mi negherei di più,
sarei meno serio di quanto sono stato,
difatti prenderei pochissime cose sul serio.
Sarei meno igienico,
correrei più rischi,
farei più viaggi,
guarderei più tramonti,
salirei più montagne,
nuoterei più fiumi,
andrei in posti dove mai sono andato,
mangerei più gelati e meno fave,
avrei più problemi reali e meno immaginari.
Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente
e precisamente ogni minuto della sua vita;
certo che ho avuto momenti di gioia
ma se potessi tornare indietro cercherei di avere soltanto buoni momenti.
Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la vita,
solo di momenti, non ti perdere l'oggi.
Io ero uno di quelli che mai andava in nessun posto senza un termometro,
una borsa d'acqua calda, un ombrello e un paracadute;
se potessi vivere di nuovo comincerei ad andare scalzo all'inizio della primavera
e continuerei così fino alla fine dell'autunno.
Farei più giri nella carrozzella,
guarderei più albe e giocherei di più con i bambini,
se avessi un'altra volta la vita davanti.
Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.




IL RIMORSO (di Borges)




Ho commesso il peggiore dei peccati
che un uomo possa commettere. Non sono stato
felice. Che i ghiacciai dell'oblio
possano travolgermi e disperdermi, senza pietà.
I miei mi generarono per il gioco
rischioso e stupendo della vita,
per la terra, l’acqua, l’aria, il fuoco.
Li frodai. Non fui felice. Realizzata
non fu la giovane loro volontà. La mia mente
si applicò alle simmetriche ostinatezze
dell’arte che intreccia inezie.
Ereditai valore. Non fui valoroso.
Non mi abbandona, mi sta sempre a lato
l’ombra d’essere stato un disgraziato








Così come la poesia Istanti è erroneamente attribuita a Jorge Luis Borges, e la poesia Lentamente muore di Martha Medeiros è generalmente considerata opera di Pablo Neruda, il testo che circola su internet in lingua italiana col titolo Le cose che ho imparato nella vita è di solito attribuito a Paulo Coelho. In realtà si tratta di alcuni versi tratti dalla poesia Abbiamo tempo (Avem timp) del poeta e scrittore rumeno Octavian Paler con l'aggiunta di alcune citazioni di vari autori, per lo più sconosciuti.
Che non si tratti di uno scritto di Coelho non v'è dubbio, anche perché lo stesso scrittore portoghese sul suo blog ha pubblicato un post in cui dichiara di non esserne l'autore, nonostante gli sia, ancora oggi, attribuito da molti:"Questo testo, che ho trovato su internet, è attribuita a me. Non l'ho scritto io, ma credo valga la pena riprodurlo qui" (Paulo Coelho's Blog, 21 gennaio 2012).


Octavian Paler
Lisa 1926 - Bucarest 2007
Scrittore, giornalista e attivista politico rumeno

Abbiamo tempo per ogni cosa.
Per dormire, per correre a destra e a sinistra,
per pentirci d'aver sbagliato e sbagliare ancora una volta,
per giudicare gli altri e assolvere noi stessi,
abbiamo tempo per leggere e scrivere,
per correggere ciò che abbiamo scritto, per pentirci di ciò che abbiamo scritto,
abbiamo tempo per fare progetti e non seguirli,
abbiamo tempo per farci illusioni e rovistare tra le loro ceneri in seguito.
Abbiamo tempo per le ambizioni e le malattie,
per incolpare destino e dettagli,
abbiamo tempo per guardare le nuvole, le pubblicità o un incidente,
abbiamo tempo per evitare le domande e rinviare le risposte,
abbiamo tempo per infrangere un sogno e reinventarlo,
abbiamo tempo per farci nuovi amici, e per perderli,
abbiamo tempo per ricevere lezioni e dimenticarle,
abbiamo tempo per ricevere regali e non capirli.
Abbiamo tempo per ogni cosa.
Non abbiamo tempo solo per un po' di tenerezza.
Quando si fa anche questo – si muore.
Ho imparato alcune cose nella vita che condividerò con voi!
Ho imparato che non puoi far nulla perché qualcuno ti ami,
tutto ciò che puoi fare è essere una persona amabile.
Il resto... dipende dagli altri.
Ho imparato che per quanto a me interessi
agli altri potrebbe non importare nulla.
Ho imparato che ci vogliono anni per conquistare la fiducia
e solo pochi secondi per perderla.
Ho imparato che non imposta COSA hai nella vita
ma CHI hai.
Ho imparato che te la puoi cavare e che il fascino ti può essere d'aiuto per circa 15 minuti,
dopo, però, sarebbe bene che tu sapessi qualcosa.
Ho imparato che non ci si deve confrontare con quello che gli altri sanno fare meglio,
ma con quello che tu sai fare.
Ho imparato che non importa cosa succede alle persone,
importa quello che io posso fare per aiutarle.
Ho imparato che in qualunque modo tagli
ogni cosa ha due facce.
Ho imparato che devi separarti dai tuoi cari con parole dolci
perché potrebbe essere l’ultima volta che li vedi.
Ho imparato che puoi continuare ancora per molto tempo
dopo che hai detto di non farcela più.
Ho imparato che gli eroi sono quelli che fanno ciò che si deve, quando si deve,
indipendentemente dalle conseguenze.
Ho imparato che ci sono persone che ti amano
ma non sanno dimostrarlo.
Ho imparato che quando sono arrabbiato ho il diritto di essere arrabbiato,
ma non ho il diritto di essere cattivo.
Ho imparato che l'amicizia vera continua anche a distanza,
e questo vale anche per l'amore vero.
Ho imparato che se qualcuno non ti ama come tu vorresti,
ciò non significa che non ti ami con tutto il cuore.
Ho imparato che per quanto buono possa essere un amico,
di tanto in tanto ti ferirà comunque,
e tu dovrai perdonarlo per questo.
Ho imparato che non sempre è sufficiente essere perdonati dagli altri,
a volte devi imparare a perdonare te stesso.
Ho imparato che non importa quanto soffri,
il mondo non si fermerà a causa del tuo dolore.
Ho imparato che il passato e le circostanze possono influenzare la tua personalità,
ma sei TU il responsabile di ciò che diventi.
Ho imparato che se due persone litigano, non significa che non si amino,
e che nemmeno il fatto che non litighino dimostra che si amino.
Ho imparato che a volte devi mettere la persona al primo posto
e non le sue azioni.
Ho imparato che due persone possono guardare la stessa cosa
e vederla in modo del tutto differente.
Ho imparato che a prescindere dalle conseguenze
coloro che sono onesti con sé stessi vanno lontano nella vita.
Ho imparato che la vita ti può essere cambiata in poche ore
da persone che neppure ti conoscono.
Ho imparato che anche quando pensi di non avere più niente da dare,
quando un amico ti chiama troverai la forza per aiutarlo.
Ho imparato che scrivere e parlare
possono dare sollievo ai dolori dell’anima.
Ho imparato che le persone alle quali tieni di più
ti vengono portate via troppo in fretta...
Ho imparato che è troppo difficile da capire
dove tracciare una linea tra l'essere gentile, per non ferire gli altri,
e il sostenere le tue opinioni.
Ho imparato ad amare
per essere amato.

(Questo è il testo integrale della poesia.)







Di Cohelo è, invece, questa poesia:
C'è un  tempo per tutte le cose

Un tempo per nascere, un tempo per morire.
Un tempo per piantare, un tempo per sradicare la pianta.
Un tempo per uccidere, un tempo per guarire.
Un tempo per distruggere, un tempo per costruire.

Un tempo per piangere, un tempo per ridere.
Un tempo per gemere, un tempo per ballare.
Un tempo per scagliare pietre, un tempo per raccogliere sassi.
Un tempo per abbracciare, un tempo per separarsi.

Un tempo per cercare, un tempo per perdere.
Un tempo per conservare, un tempo per gettare via.
Un tempo per strappare, un tempo per ricucire.
Un tempo per tacere, un tempo per parlare.

Un tempo per amare, un tempo per odiare.
Un tempo per la guerra, un tempo per la pace.




5 commenti:

  1. Purtroppo Internet non è la bibbia, alcuni postano autori sbagliati e poi altri copiano e l'errore si moltiplica.
    Capita pure nell'attribuzione delle illustrazioni come penso avrai notato pure tu, è per questo che nel limite del possibile cerco di pubblicare quelle con la firma. Queste tue delucidazioni servono a correggere gli errori e dare a Cesare quel che è di Cesare.

    RispondiElimina
  2. ..... ho imparato che le persone alle quali tieni di più
    ti vengono portate via troppo in fretta ....

    bellissima poesia !!!!

    RispondiElimina
  3. Mi piacciono tanto queste poesie che sanno di vita vissuta

    RispondiElimina
  4. Fermarsi e leggere le tue poesie come quelle di Patty è per me una grande conquista in senso temporale !!!
    Grazie per le riflessioni che le parole raccontate regalano!!!
    Buona Pasqua OLLY

    RispondiElimina