giovedì 5 dicembre 2013

Molto forte, incredibilmente vicino

Ieri sera ho visto su Sky un film del 2011 diretto da Stephen Daldry che mi era completamente sfuggito, nel senso che non ricordo di averne sentito parlare, nonostante abbia ricevuto due nomination agli Oscar 2012, come miglior film e migliore attore non protagonista.







Il film si intitola Molto forte, incredibilmente vicino.
Leggo tardivamente oggi, nelle recensioni che ne accompagnarono l'uscita, che il film è tratto dall'omonimo romanzo ( Extremely Loud and Incredibly Close) di Jonathan Safran Foer, pubblicato nel 2005, uno dei primi ad affrontare il tema degli attacchi terroristici dell'11 settembre, evento che all'epoca suscitò grandi emozioni ma che poi abbiamo presto dimenticato, forse perchè pressati da preoccupazioni più nostrane.

Il film è interpretato dal giovane attore Thomas Horn, al fianco di Tom Hanks e Sandra Bullock, oltre a James Gandolfini, John Goodman, Viola Davis,Jeffrey Wright e Max von Sydow.

Oskar Schell è un ragazzino di 9 anni, che vive a New York e che ha perso il padre nel crollo delle Torri Gemelle. Un giorno trova per caso, curiosando tra le cose del padre, una misteriosa chiave,in una piccola busta su cui è scritta la parola Black.  Nella speranza che la chiave possa schiudergli un ultimo messaggio del padre, Oskar inizia un viaggio attraverso le strade di New York, cercando di scoprire cosa apre la chiave.





E' passato del tempo dal "giorno più brutto", ma Oskar non si dà pace.Suo padre lo ha lasciato con una missione incompiuta, con molte domande e una sola certezza: non deve smettere di cercare.
Gli manca la sua voce, gli mancano le sue parole , le complicità di un rapporto perfetto.Per questo si lancia in un'impresa assurda, pur di mantenere un contatto terreno con lui, pur di rimandare l'addio definitivo, l'elaborazione del lutto e l'accettazione della sua morte.

"Solo gli umani possono piangere lacrime, lo sapevi?"

Ho letto in una recensione che il libro è decisamente migliore del film e la cosa non mi stupisce , visto che quasi sempre è così. Da parte mia rimando il giudizio a quando l'avrò letto, spero presto,ma mi pare che comunque la pellicola sappia raccontare con molta intensità il dolore di chi improvvisamente perde una persona molto cara, un punto di riferimento sicuro, specialmente quando questo accade a un ragazzino.Nemmeno l'amore di altre persone che ci circondano o la condivisione dello stesso dolore, come succede a Oskar, possono nell'immediato ristabilire l'equilibrio perduto.
A me il film è piaciuto, anche perchè nella drammaticità del racconto non manca qualche raro sprazzo di humor, che ricorda sommessamente che per quanto la strada sia lunga, alla fine può sempre capitare di incontrare un sorriso.




3 commenti:

  1. ma poi lo scopre??? Comunque il libro me lo passi, vero?

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  2. Si e no....e naturalmente il libro te lo passo.

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  3. nel film il bambino è incredibilmente bravo con questa rabbia disperata che solo un ragazzino che perde il padre può avere.
    .... leggi però il libro ... intensissimo, a me è piaciuto molto !!
    Patty

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