sabato 11 maggio 2013

La storia del bottone

Qualche giorno fa Dindi ci ha mostrato dei bellissimi tesori di merceria, tra cui numerosi bottoni molto molto particolari.Come tutti ormai sanno, lei è una cacciatrice eccezionale di immagini e non solo....
Infatti mi pare che alla fine del post si sia ripromessa di iniziare una nuova collezione!! questo significa che dalla prossima domenica batterà tutti i mercatini della provincia e oltre, alla ricerca di vecchie  cartine di bottoni; non gliene sfuggirà nessuna e noi avremo il piacere di ammirare nel giro di poche settimane un'altra delle sue simpatiche collezioni.
Io, che non so essere altrettanto dinamica e determinata, mi sono limitata  a curiosare nella storia del bottone, un oggetto che pur nella sua apparente anonimità, ha seguito l'evoluzione e le mode della storia dell'uomo.





Non si può certo dire che nel suo DNA il bottone non abbia una sua specifica mission : unire due lembi di tessuto in maniera non definitiva. In tal caso gli viene assegnata una compagna, l'asola, utile quanto lui allo scopo. Tuttavia, come succede nel genere umano, il bottone a volte preferisce mantenere la posizione di single, soprattutto se può farsi bello, prezioso, originale, griffato, con una funzione puramente decorativa, magari in compagnia di altri belli come lui.
Ma veniamo al punto: certamente non siamo in grado di dire chi ha inventato il bottone, eppure anche questo oggetto ha una sua storia, fatta di alti e bassi...

Secondo quanto riporta Wikipedia, sembra che i bottoni, o più propriamente le parti più dure di lische di pesce in grado di perforare le stoffe e mantenerle unite, come dimostrano gli scavi archeologici, fossero conosciute nella valle dell'Indo e in Cina già qualche migliaio di anni prima della nascita di Cristo.

In epoca greco-romana  per la chiusura di tuniche e mantelli si preferiva ricorrere all'uso di lacci, cinture e fibbie, ma erano di gran moda anche grandi spille ornamentali, chiamate  fibule in latino, esteriormente molto simili al moderno bottone. Questo tipo di ornamento continuò ad essere in uso anche in epoca bizantina.
I bottoni si diffusero ampiamente in Europa durante il Medioevo ; la prima menzione letteraria risale infatti al XII secolo nel poema La Chanson de Roland, dove figurano come piccole cose senza valore.
La crescente attenzione per l'abbigliamento fece sì che nei secoli successivi i bottoni diventassero un pregiato elemento decorativo dei mantelli e degli abiti dei sovrani e dei potenti, tanto da affidarne la preparazione agli orafi.



La Francia fu il primo paese ad utilizzarli, principalmente per fissare all'abito piume, pennacchi e veli.

Per un uso capillare del bottone si attese la metà del XVI secolo, anche se mancando le asole, la fila di bottoni conservò una funzione ornamentale. Tra i materiali dell'epoca si annovera la madreperla e più raramente l'oro e l'argento.




I numerosi quadri dell'epoca ci mostrano con abbondanza di particolari le forme, i materiali, la ricercatezza nell'impiego dei bottoni, che sempre più spesso sono chiamati alla funzione di status symbol.



Nel '700 il bottone raggiunse il massimo sviluppo, non solo sotto il profilo ornamentale ma anche per la sua utilità e funzionalità. Si pensi soprattutto alle giacche degli ufficiali di alto grado o a quelle degli ussari, ma anche alle livree della servitù nei palazzi dei nobili, e alle camiciole delle dame e alle loro seducenti trasparenze.






Ai materiali già in uso si aggiungono l'ambra, il corallo, le perle e le pietre preziose, dal momento che sempre più l'abbigliamento diventa sinonimo di ricchezza e di potere.



Curioso osservare come l'uso ornamentale del bottone sia prerogativa prevalente dell'abbigliamento maschile, delle giacche in particolare; del resto le dame avevano ben altre risorse per ostentare la loro ricchezza, collane, orecchini, diademi .
Anche nella prima metà dell'800, quando l'abbigliamento maschile si fece più sobrio, una bella fila di bottoni di madreperla o di ottone, rendeva elegante anche il più banale panciotto.


Con l'avvento della rivoluzione industriale il bottone diventò un accessorio di uso comune, creato non più da artigiani specializzati, ma prodotto su vasta scala e con l'impiego di nuovi materiali come il corno, la galatite, il poliestere, assecondando di volta in volta le indicazioni della moda o della circostanze. In tempi di ristrettezza economica, ad esempio dopo le devastazioni prodotte dalla guerra, si fece ricorso all'utilizzo di materiali poveri, a basso costo,  come il legno.
Con la ripresa economica tuttavia, l'industria del settore razionalizza l'impiego dei materiali in funzione del valore del prodotto finale; così, se sarti e stilisti useranno il bottone come elemento di personalizzazione del capo di abbigliamento, il mercato metterà comunque a disposizione di una vasta platea numerosi e originali prodotti di qualità.


































 

 

 

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