mercoledì 17 ottobre 2012

Mary Quant

 
 
 
Anni 60: arriva la minigonna!! Chi di noi ragazze oserà indossarla? La prima comperata è rimasta nell'armadio per un bel pezzo, prima di uscire allo scoperto con dentro me, che mi sentivo una balena....Ma questa moda è troppo bella!! E' fatta per noi ragazze, come potremmo metterci ancora quelle tristi gonne grigie con i golfini gemelli azzurri o beige? Via tutto quel vecchiume: bisogna osare! Il merito a chi va?  In quegli anni l'Inghilterra era il paradiso, la terra promessa e tutto quanto c'era di nuovo ed eccitante arrivava da là. E anche la mini era inglese, nata dall'idea di Mary Quant.
 
 
 
 
 
 
Mary nasce a Blackheath, in un sobborgo di Londra da due professori gallesi, della London University, che per lei sognavano un tranquillo futuro d'insegnante. Mary Quant studia al Goldsmiths College prima di diventare stilista. A sedici anni però, decide di andarsene di casa per vivere la "bohème" a Londra. Qui conosce Alexander Plunket Green, appartenente ad una nobile famiglia inglese e nipote di Bertrand Russell, anch'egli smanioso di libertà e di stravaganze. I due iniziano un divertente ménage: mangiano quando hanno soldi, viaggiano come possono, si vestono come passa loro per la testa. Mary ha una predilezione per le gonne corte e gli stivaletti, Alexander si adatta i pigiama di sua madre. I due fanno amicizia con un ex avvocato diventato fotografo, Archie Mc Nair, e quando Alexander per il suo ventunesimo compleanno eredita dei soldi, decidono, con l'aiuto di Mc Nair, di comperare una casa. Nello scantinato aprono un ristorante ed al primo piano la boutique Bazaar (1955).





La boutique è situata sulla Kings Road a Londra, e tra i giovani ha un successo immediato: finalmente hanno trovato qualcuno che la pensa come loro, che vive come loro e che capisce perfettamente quello che può piacere a loro. I giovani del paese più conformista d'Europa sono i primi a sentire la necessità di cambiamenti che, per spezzare la tradizione ed imporsi all'attenzione, devono essere necessariamente estremi. La frattura con il vecchio mondo è rappresentata dai capelli lunghi per i ragazzi, dalle gonne corte per le ragazze e dalla musica dei Beatles.
I londinesi dapprima ridono della boutique di Mary e del folcloristico gruppo di giovani che la frequenta, ma poi la curiosità attira gente del mondo del cinema, del teatro, dell'arte. Arrivano i soldi e Mary, che nel frattempo si è sposata con Alexander, apre un altro negozio nell'aristocratica Brompton Road a Knightsbridge




 Icona della Swinging London sarà anche brillante imprenditrice: fonda nel 1963 il "Ginger Group" per esportare i suoi prodotti negli USA, lancerà una linea di cosmetici nel 1966 e una collezione di calzature nel 1967. Nel 1966, riceve dalle mani della regina Elisabetta, l'onorificenza di Cavaliere della Corona Britannica, che l'anno prima era stato dato ai suoi idoli: i Beatles. Lo scrittore Bernard Levin la defiinirà "High Priestess of Sixties fashion", l'alta sacerdotessa della moda degli anni sessanta.






Gli abiti di Mary sono venduti a prezzi molto vantaggiosi. Lei capisce subito che sul mercato mancano abiti e capi pensati per i giovani, costruiti sulla base del loro gusto e dello stile irriverente che si stava imponendo in quegli anni. Così decide di cucire di notte gli abiti per poi venderli durante il giorno. Lottando per far quadrare il bilancio e contro l'ironia della stampa, Mary Quant persevera con il suo lavoro e in meno di dieci anni i suoi capi ed il suo brand diventano di fama mondiale, venduti in 150 negozi in Gran Bretagna, 320 negozi negli Stati Uniti, e in tutto il mondo: Francia, Italia, Svizzera, Kenya, Sud Africa, Australia, Canada. 



 





Con i suoi disegni e i suoi abiti, Mary Quant ha cambiato il modo vestire le donne."C'è stato un tempo in cui abiti erano un segno sicuro della posizione sociale della donna e del suo reddito. Non ora", ha scritto nel 1966. "Lo snobismo è andato fuori moda, e nei nostri negozi troverete duchesse e dattilografe che fanno a spintoni pur di comprare lo stesso vestito". Oggi Mary Quant è celebre come l'inventrice della minigonna, ma per la storia della moda moderna ed il suo processo di democratizzazione ha significato molto, molto di più.

 
 
Mary Quant lanciò la minigonna facendola indossare ad una parrucchiera di diciassette anni, Leslie Hornby, detta Twiggy (grissino), antesignana delle top model adolescenti(ecco perchè io mi sentivo una balena).
André Courrèges rivendicò il copyright della minigonna, avendo presentato nel 64 degli abiti corti, di linea a trapezio. Ma Mary affermò che le vere creatrici della mini sono le ragazze, le stesse che si incontrano per la strada.
 


La mia minigonna più bella ed eccentrica era di crosta marrone, decorata con delle frange. Sopra ci indossavo un soprabito, pure di crosta, scollato a v,  restava aperto sul davanti per mostrare la gonna e dall'orlo al ginocchio, delle lunghe frange arrivavano fino a terra.
Così abbigliata, con lunghi capelli biondi e un trucco alla Twiggy non passavo inosservata. Tanto che questo completo lo indossavo solo se uscivo con Giorgio, mai da sola!




 
Oggi la minigonna, forse, ha perso quella voglia di stupire, di scandalizzare, di dare un taglio netto al passato che ha segnato la sua nascita ed è diventata un classico, come le giacche, le camicie o gli stivali. Pur rimanendo un must per ogni stilista, che prima o poi proporrà la sua visione della minigonna e per ogni donna, che prima o poi la indosserà, magari arricchendola ed impreziosendola con un gioiello .
Prima Coco Chanel, poi Mary Quant: due donne che, in fatto di moda e di costume, hanno liberato le altre donne.

 

Nessun commento:

Posta un commento