giovedì 23 agosto 2012

Prodotti di stagione: il pomodoro

Il pomodoro : antico come la fame, arriva dall'America per soddisfarla nel modo più povero e saporito, ma prima di condire una pastasciutta, ha lenito ferite, acceso cuori,ornato corsetti e scritto persino un pezzettino di rivoluzione.
Oggi vi racconto la sua storia.......



Pur non vantando trascorsi nè greci né romani, il pomodoro ha una sua antichissima parentesi storica, isolata e misteriosa: Galeno (medico greco vissuto dal 131 al 201 dopo Cristo) lo cita tra le erbe medicinali, chiamandolo Lycopersicon, "cibo da lupi", perchè dopo averlo studiato, lo ritiene velenoso ma curativo. I semi glieli aveva regalati un soldato che li aveva portati dall'Egitto, dove si era curato le ferite alla maniera locale.
Ma per aver notizie certe e per attribuire al pomodoro la sua vera patria d'origine dobbiamo andare fino in Messico e Perù. E' , in effetti, in questi paesi che cresce, sin dall'antichità più remota, selvatico, con caratteristiche che lo accomunano alle piante velenose. I frutti sono molto piccoli, grandi come una ciliegia, o poco più, e assomigliano a quelli della Belladonna, della Dulcamara, dell'Erba mora, tutte Solanacee, come il pomodoro, e tutte appartenenti alla pericolosa "famiglia dei veleni".


Curiosi, esperti e infaticabili, gli Indios credono nel pomodoro e ne selezionano, presto, un frutto non più tossico e molto interessante. Si presume infatti che quando il pomodoro inizia il suo viaggio,alla scoperta dell'Europa, portato dai conquistadores, vi arriva in doppia versione: selvatica e coltivata.
In Spagna approda intorno al 1500 accreditato come pianta magica e medicinale; le notizie che i marinai portano, insieme ai semi, narrano che nella terra d'origine il pomodoro cura le malattie, ma viene anche usato per preparare filtri magici e afrodisiaci, tanto che le radici vengono subito vendute come magico toccasana.
Altre descrizioni più o meno pittoresche appartengono a quegli avventurosi  pionieri della natura che incominciano con il coltivare la pianta per conoscerla più da vicino e, incuriositi da questi strani frutti, per primi osano assaggiarli. Li descrivono simili alla melanzana, ma poco appetitosi e per nulla nutrienti. In un codice erbario del 1500 si legge testualmente " Mangiai di questi frutti in sonde nella paella (padella) con butirro ovvero oglio, ma san di danno e nocivi". Un secolo dopo, e in un altro testo, si insisterà ancora nel definire gli stessi frutti come "alimentum perexigium et vitiosum".



Quanto al nome da dare al nuovo frutto, le scelte linguistiche degli europei dipendono dalle reazioni, positive o negative, che suscita il pomodoro al suo apparire. Gli spagnoli lo chiamano "tomata", dal peruviano "tomatl" e dal messicano "xitomate", mentre i francesi preferiscono alludere alle sue doti afrodisiache, vere o presunte, e lo chiamano "pomme d'amour", mela d'amore, come i tedeschi " lieber apfel".
E la pensano così anche i siciliani, i primi in Italia a conoscerlo, che gli danno il nome "puma d'ammuri" e che lo manterranno fin quasi ai giorni nostri. Il nome "pomodoro" fu invece inventato dallo studioso Soderini, che come prima varietà conobbe quella che dà frutti giallo dorati.



Quando all'alba della Rivoluzione francese i pomodori giungono a Parigi dal Sud della Francia, dove grazie al clima dolce crescono generosi e sono molto apprezzati, vengono subito accoppiati alla Marsigliese e gli osti, sensibili al clima politico e al senso degli affari, si impadroniscono di questa novità e , favoriti anche dal suo colore truculento, in linea con gli avvenimenti, la propongono ai loro avventori in mille modi, trasformandola in un simbolo popolaresco.
L'ornamento preferito dalle ragazze diventa un"giro" di pomodorini sul corsetto.



In Italia il pomodoro arriva ufficialmente nel 1600 portato dagli Spagnoli , ma ci vorranno un secolo, l'ingegnosità e la fame atavica dei meridionali per gustare la pastasciutta.
Ma a chi va il merito di questa "invenzione"? Pare a certi carrettieri trapanesi, presto imitati dai contadini della Sicilia orientale che aggiungevano a maccheroni e vermicelli nell'acqua bollente abbondanti filetti di polpa di pomodoro.
In Campania, patria d'adozione della "pummarola", la coltivazione su vasta scala del pomodoro comincia in ritardo, benchè la prima piantina avesse già attecchito dal 1596. Alla fine del '700 nelle locande di Napoli un piatto di maccheroni conditi con un po' di formaggio viene venduto a due centesimi,  ma appena appare il sugo il prezzo sale a tre.
Nel frattempo i settentrionali continuano a coltivare il pomodoro come pianta ornamentale........



E infine qualche curiosità:

La prima bottiglia di salsa di pomodoro prodotta industrialmente è americana:William Underwood, di Boston, nel 1835 apre la prima fabbrica per la conservazione dei pomodori.




L'antenato del concentrato di pomodoro invece nasce a Parma, la famosa "conserva nera". Nel 1811 l'agronomo del conte Filippo Re così la descrive in una scheda di presentazione: " Non solamente il pomodoro viene adoperato quando è fresco, ma se ne cava dal succo spremuto una conserva che si riduce a consistenza solida e viene adoperato per tutto il corso dell'anno".





In Grecia e in Italia si credeva che i frutti mangiati nel giorno di San Simone dalle donne incinte, avrebbero lasciato il segno, la "voglia", sulla pelle dei nascituri.






In Germania si credeva che se due persone di sesso opposto avessero mangiato insieme pomodori avrebbero finito con l'innamorarsi.





La più nota ricetta con il pomodoro? La famosa "pappa col pomodoro", ottima, ma si sa, amatissima o odiatissima , tanto da diventare un simbolo di rivolta nel collegio di quel pestifero di Gianburrasca.


Tratto da un articolo pubblicato su un vecchissimo numero della rivista GRAZIA.

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