domenica 24 giugno 2012

La pagina degli aneddoti - 3

Eccoci all'appuntamento settimale con l'Enciclopedia degli aneddoti:





Alfonso V d'Aragona - re delle Due Sicilie, amò i classici e accolse alla sua corte i dotti, regnò dal 1416 al 1458.

Domandarono un giorno a re Alfonso quali fossero le cose che egli apprezzava di più.
Il re restò pensoso un istante e poi disse:
"Quattro cose vecchie: legna vecchia da bruciare, vino vecchio per bere, amici vecchi per conversare, e libri vecchi per imparare." (Encyclopédie méthodique)




" Quando Giovanni d'Angiò mosse contro Napoli a capo di un esercito per conquistarla, fece scrivere sulle sue bandiere il versetto del Vangelo " Fuit missus cui nomen erat Johannes" (fu mandato uno chiamato Giovanni)
Alfonso d'Aragona che difendeva  la città, appena riseppe questo, fece scrivere nelle sue bandiere un altro versetto delle stesso Vangelo :" Ipse venit et non receperunt eum" (venne e non lo ricevettero) - ( La Combe, Dictionnaire des anectodes)




Ambrogio (Sant') - uno dei più illustri ed eruditi padri della Chiesa, vescovo di Milano, vissuto dal 340 al 397.

Il popolo era adunato in piazza per eleggere il suo vescovo.A un tratto un ragazzino  gridò :" Sia vescovo Ambrogio!"
Ambrogio era il prefetto mandato da Roma a governare la provincia e non era nemmeno prete. ma allora il popolo era sovrano per le nomine delle cariche ecclesiastiche, e tutto il popolo milanese che aveva imparato ad ammirare e ad amare Ambrogio nella sua carica civile, gridò che lo voleva vescovo.
Ambrogio era umile quanto bravo e appena  capì che stava per piombargli addosso la responsabilità di pastore delle anime, prese una mula e scappò da Milano. Ma la mula alle porte della cità cominciò a far la ritrosa e poi si fermò e non volle più proseguire. Il popolo che l'aveva rincorsa la raggiunse facilmente e Ambrogio fu portato in trionfo a Milano, che d'allora in poi lo ebbe  suo vescovo". - (Blanche -  Sui margini della Storia)



Anacreonte - Poeta lirici greco - n.563 m. 478 a.C.

Policrate tiranno di Samo regalò al poeta Anacreonte una somma di quattro talenti.
Il poeta passò due notti insonni a pensare che cosa poteva fare con quella somma e al mattino dopo rimandò i talenti a Policrate facendogli dire:
"Il dono è ricco; ma il sonno vale assai di più" ( Encyclopédie méthodique)




Apelle - il pù grande pittore della Grecia; visse alla corte di Alessandro Magno; morì nel 324 a.C.

Alessandro non trovava che il ritratto fattogli da Apelle gli rassomigliasse molto. Mentre il pittore cercava di persuaderlo, passò uno dei cavalli di Alessandro che come colpito alla vista del ritratto si mise a nitrire.
Allora Apelle disse al re:
"Questo cavallo s'intende di pittura più di te." (Encyclopèdie méthodique)




Un pittore si gloriava innanzi ad Apelle di dipingere in gran fretta:
" E infatti si vede " rispose Apelle. ( Encyclopédie méthodique)




Apelle aveva esposto al pubblico un suo quadro. Un calzolaio aveva osservato che certe scarpe che portava un personaggio del quadro non erano fatte bene. Apelle che aveva inteso il discorso, nascosto dietro una tenda, corresse il difetto. Ma il calzolaio, orgoglioso dell'esito della sua critica, si mise il giorno dopo a criticare la gamba, l'espressione del viso ed altre cose. Allorà Apelle si spazientì e , uscito fuori dal suo nascondiglio, gli disse:
"Calzolaio, non andar oltre le scarpe".  (Plinio - Lettere)


Buona settimana.


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